la ricerca affronta il complesso tema del bilanciamento tra il diritto alla salute e gli “altri” diritti fondamentali, investiti dalle limitazioni poste dalla legislazione emergenziale di contenimento del COVID19, avviando una riflessione corale sulla misura massima tollerabile di compressione di tali diritti e sulle modalità che il legislatore è tenuto a rispettare per introdurre tali limitazioni.
Periodo di attività:
(ottobre 1, 2020 - novembre 30, 2021)
Dati Generali
Tipo
Gruppo di ricerca coordinata
Strutture collegate
Aree Di Ricerca
Settori (17)
Descrizione linee ricerca
Le ricadute della normativa emergenziale, introdotta per fronteggiare la pandemia da Covid-19, sui diritti e sulle libertà fondamentali sono sotto gli occhi tutti. Sebbene alcune libertà più di altre risultino particolarmente compresse, è inevitabile un riflesso negativo su tanti (se non su tutti) i diritti fondamentali. Non v’è diritto che, in modo diretto o indiretto, non abbia subito una significativa compressione. Da questo punto di vista lo spettro è così ampio da rendere quasi superflua una elencazione: si va dalla libertà di circolazione a quella di riunione, dal diritto alla privacy alla libertà di religione, dal diritto allo studio al diritto alla salute (inteso come diritto a ricevere le cure adeguate per patologie diverse dal Covid), dal diritto al lavoro alla libertà dell’iniziativa economica, per non parlare dei diritti compressi “di riflesso”, ad esempio il diritto alla genitorialità e così via discorrendo. Per ciascuno di questi diritti si pone quindi un inevitabile problema di “bilanciamento” rispetto all’esigenza di assicurare il diritto alla salute (inteso come diritto a ricevere le cure adeguate per il Covid). Quest’ultimo è, infatti, non solo un fondamentale diritto dell’individuo, ma anche un “interesse della collettività”, che non può subire nocumento dalla scelta del singolo individuo di non curarsi, imponendo ai consociati dei doveri che potrebbero definirsi “civici”. Le linee di ricerca, che coinvolgono tutti i SSD del Dipartimento, consentono di investigare, alla luce della legislazione emergenziale ed in rapporto a singoli diritti, la misura massima tollerabile di compressione giustificata dalla preminente esigenza di impedire e/o contenere il contagio da Covid-19, anche riguardo alle modalità che il legislatore è tenuto a rispettare per introdurre siffatte limitazioni (si pensi, per tutti, al ricorso ai c.d. d.P.C.m. anziché ad altri strumenti normativi, decreti-legge).
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