Il corso si propone di fornire agli studenti del Corso di Laurea Magistrale in Relazioni Internazionali le nozioni storiche e gli strumenti critici necessari alla comprensione di un fenomeno di lungo periodo che interessa molto da vicino il nostro paese, l’emigrazione, ma che si inserisce all’interno di andamenti demografici, traiettorie geografiche e patterns socio-economici di tipo globale. Seguendo la periodizzazione ormai consolidata in storiografia per l’epoca contemporanea, il Corso abbraccerà un arco cronologico compreso tra il 1880 ed i giorni nostri.
Prerequisiti
Nessuno
Metodi didattici
Lezioni frontali e seminari
Verifica Apprendimento
Colloquio orale sugli argomenti trattati nei testi in programma, nelle date riportate sul calendario degli appelli degli esami. Il colloquio sarà volto ad accertare, oltre le abilità e competenze previste dagli obiettivi formativi e dai contenuti del corso, anche la capacità espositiva e la proprietà di linguaggio. È possibile prevedere prove intermedie in itinere le cui modalità saranno rese note dal docente all’inizio del corso.
Testi
A. De Clementi, Di qua e di là dall'Oceano. Emigrazione e mercati nel Meridione (1860-1930), Carocci, Roma 1999, pp. 144;
L. Einaudi, Le politiche dell'immigrazione in Italia dall'Unità ad oggi, Laterza, Roma-Bari 2007, pp. 433;
P. Corti, M. Sanfilippo, L'Italia e le migrazioni, Laterza, Roma-Bari 2012, pp. 184.
Contenuti
Le migrazioni italiane sono un fenomeno di lungo periodo che si è sviluppato secondo specifici modelli nel corso degli ultimi secoli. In particolare, nel XIX e XX secolo, sarà necessario mettere questo fenomeno in stretta correlazione con la storia nazionale ed internazionale. Inizieremo ad analizzare, per esempio, il Risorgimento italiano, sottolineando i forti network cospirativi ed associativi costruiti dagli esuli politici in Europa ed America Latina. Secondo le principali cesure storiografiche, analizzeremo poi i fattori push and pull che negli ultimi venti anni del XIX secolo innescavano i primi flussi massici di migrazioni transoceaniche. Questa fase è cruciale per la modernizzazione del nostro paese, sia in termini economici che per l'eredità di modelli socio-culturali che le "migrazioni storiche" lasciavano nella cultura e nell'identità italiana, e non solo. Le comunità Italiane in tutto il mondo innescavano a loro volta problemi di integrazione nei confronti delle popolazioni locali ed il sistema politico dei paesi di destinazione; allo stesso modo, spostandoci verso i giorni nostri, proveremo a metterle in relazione alle politiche di accoglienza e integrazione in Italia oggi. Dopo la II Guerra mondiale i flussi di emigranti si riattivavano grazie alla libertà di commercio e movimento implementata dalla nascita della CEE. Negli anni Settanta, l'Italia lentamente iniziava una nuova fase in cui cresceva il numero degli stranieri che arrivavano temporaneamente o permanentemente da paesi extra-europei, in rapporto agli effetti diretti dei processi di decolonizzazione e dalla internazionalizzazione del mercato del lavoro. Questi migranti economici provocavano l'attivazione dell'Italia dal punto di vista legislativo soprattutto per sanare la posizione di molti stranieri irregolari. L'attenzione si porrà poi sulle dinamiche che condizionavano il fenomeno migratorio dagli anni Novanta - come il collasso dei regimi comunisti, la ripresa del terrorismo, le primavere arabe, la globalizzazione, la crisi del 2008 - le quali determinavano il bisogno di gestire numeri crescenti di arrivi, e la nascita della questione politica "migranti". Le diverse emergenze umanitarie che il nostro paese ha affrontato a partire dai primi arrivi dall'Albania, oltre alle crescente diffidenza che la popolazione maturava verso gli stranieri determinavano negli ultimi anni il progressivo scivolamento su posizioni di netto respingimento delle politiche migratorie italiane.